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Il segmento testuale Archivio penale è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 3Entità Multimediali , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 782

Brano: [...]izia, su sollecitazione dell’A.N.P.I., diramò una circolare con la quale « consigliava » gli uffici giudiziari di avvalersi « del controllo dell'A.N.P.I. allorché si producano in giudizio attestati di partigiano o testimonianze partigiane ». Si veda al riguardo la circolare del ministro di Grazia e Giustizia, n. 3167 del 4.4.1946, con titolo Gli accertamenti della qualità di partigiano e delle benemerenze partigiane nei procedimenti penali (in « Archivio penale », 1946, I, p. 415).

Ma altrettanto indubbiamente le qualifiche di partigiano venivano riconosciute dalle apposite commissioni con una certa serietà, se si pensa che, nel 1947, su 630.018 domande ben 159.795 erano state respinte e solo 232.841 erano state accolte per « partigiani combattenti ». 72.500 erano i caduti per la lotta di liberazione (civili inclusi), 39.167 i mutilati ed invalidi (civili inclusi) e 125.714 i patrioti. (Roberto Battaglia, Il riconoscimento dei partigiani in « Il ponte », 1947, n. 1112, p. 1009).

Inoltre, il raffronto tra i requisiti richiesti per questa qualif[...]

[...]ano combattente ferito) riconosciuta a norma delI’art. 7 del D.L. 21 agosto 1945 n. 518, senza altra specificazione in ordine ai fatti di armi indicati, non consente l’applicazione della amnistia senza ulteriori accertamenti, potendo detta qualifica essere riconosciuta dal competente organo amministrativo (Commissione per il riconoscimento delle qualifiche partigiane) in base a circostanze diverse ». Corte di Cassazione Sez. Ili 11.11.1948 (in « Archivio penale », 1949, II, p. 121).

Dello stesso tenore C. Cass. 24.6.1949 (In «Giustizia penale», 1949, II, p. 889); C. Cass. 8.1.1949 (in «Giustizia penale» 1948, II, p. 285); C. Cass. 23.5.1950 (in « Giustizia penale», 1950, II, p. 1123).

Tra le molte altre di contenuto analogamente restrittivo, cfr.: C. Cass. 26.10.1948 (in «Rivista penale», 1949, II, p. 66); C. Cass. 3.2.1950 (in « Rivista penale », 1950, II, p. 516); C. Cass. 15.1.1951 (in «Giustizia penale », 1951, II, p. 623) ecc..

Analogamente restrittiva fu l'interpretazione degli « atti diretti a frustrare l'attività bellica delle trupp[...]

[...] nei quali è tipicamente evidente la finalità e la idoneità di frustrare l’attività bellica tedesca (atti di sabotaggio, attentati alla vita di militari nemici, sottrazione di documenti aventi importanza strategica), ma anche quelli nei quali, pur avendo minor rilievo cotesta caratteristica, cotesta efficacia e immediatezza, lo scopo è quello di frustrare l’attività bellica tedesca ».

La prima citazione è da Corte di Cassazione 7.2.1946 (in « Archivio penale », 1946, II, p. 206): nel caso concreto, gli imputati avevano distrutto un automezzo e ferito dei militari tedeschi. La seconda è da Corte di Cassazione 3.1.1946 (in « Giustizia penale »,

1946, II, p. 379).

Di orientamento analogo: Corte di Cassazione 18.12.1946 (in « Foro italiano », II, p. 184) e Corte di Cassazione 7.7.1949 (in « Giustizia penale », 1950 II, p. 231).

A fronte di queste e poche altre pronunce di orientamento neanche « liberale », ma semplicemente rispettoso della lettera della legge, sta un « cupo florilegio » decisamente più ampio. Non fu, per esempio, applicata l[...]

[...] erano già in fuga oppure

« procedette all’arresto di un individuo e poi appartenne alla sezione di un partito politico facendo parte di una banda patriottica e partecipando (genericamente) a tutte

le azioni della banda stessa ». Corte di Cassazione 20.4.1951 (in « Giustizia penale », 1951, 11, p. 8401).

Di orientamento analogo: Corte di Cassazione 26.3.1946 (in « Giustizia penale », 1947, II, p. 118); Corte di Cassazione 24.6.1947 (in «Archivio penale», 1947, II, p. 500); Corte di Cassazione 26.10.1948 (in « Archivio penale », 1949, II, p. 231); Corte di Cassazione 29.1.1948 (in «Archivio penale», 1948, II, p. 245); Corte di Cassazione 17. 11.1950 (in « Giustizia penale » 1951, II, p. 287).

Gli esempi potrebbero continuare e numerosi, tutti ispirati alla precisa volontà di minimizzare gli effetti dell’amnistia. Ne ricordiamo solo un altro:

« esattamente il giudice nega l’applicazione dell’amnistia patriottica 5 aprile 1944 n. 96 in base alla sola esibizione di un certificato dell’A.N.P.I. da cui risulti che il condannato durante la lotta clandestina ha efficamente collaborato, fornendo armi, munizioni, informazioni e ospitalità; osservando che con gli atti suddetti il condannat[...]

[...]orato, fornendo armi, munizioni, informazioni e ospitalità; osservando che con gli atti suddetti il condannato non aveva direttamente cooperato a frustrare l’attività bellica delle truppe tedesche o di chi ad esse prestava aiuto ». Corte di Cassazione 20.4.1951 (in « Giustizia penale», 1951, II, p. 8401).

Di orientamento analogo: Corte di Cassazione 26.3.1946 (in « Giustizia penale »,

1947, II, p. 118); Corte di Cassazione 24. 6.1947 (in « Archivio penale », 1947, II, p. 500); Corte di Cassazione 26.10.1948 (in « Archivio penale », 1949, 11, p. 231); Corte di Cassazione 29.1.1948 (in «Archivio penale », 1948, II, p. 245); Corte di cassazione 17.11.1950 (in « Giustizia penale », 1951, II, p. 267).

L’aggravamento dopo il 18,4.1948

I fatti e le sentenze fin qui esposti danno un’idea generale del trattamento penale (e non solo) riservato ai partigiani da polizia e magistratura nel dopoguerra.

All’interno di questo periodo vi è però la cesura politica costituita dalla definitiva estromissione di socialisti e comunisti dal governo e dalla successiva « ratifica » elettorale. Sul piano specifico che qui interessa, vi fu nello stesso lasso di tempo (fine 1947, subito dopo il I Congresso d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 781

Brano: Processi ai partigiani

parte del bottino a vittime di nazifascisti, divide il resto con i suoi vicini ». C. Cass. 16.10.46, (In « Giustizia penale », 1947, II, p. 228).

Si vedano anche, dello stesso tenore, le sentenze della Cassazione dell ’11.12.1947, in « Rivista penale » (1947, 11), quella del Tribunale militare territoriale di guerra di Roma del 13.1.1946 in «Archivio penale» (1946, II, p. 253 ss.), quella della Corte d'Assise di Ferrara del 28.10.1946 in « Critica penale » (1948, p. 1921).

Come si vede, l’aspetto individuale era secondario; mentre, da ciò che è dato capire dalla ricostruzione giudiziaria, vi era una dimensione collettiva e politica incomprensibile per giudici che interpretavano in modo restrittivo una norma la quale, come risulta dalla relazione del guardasigilli Pai miro Togliatti, era esplicitamente destinata agli

« atti commessi in violazione delle leggi penali, dopo la liberazione del territorio nazionale, da combattenti di queste form[...]

[...]cinque anni », commessi da chi dopo l’8.9.1943

« ha partecipato con reparti militari, regolari od irregolari, o in occasione di moti popolari, a fatti di armi [...] ovvero ha, anche isolatamente come militare o come civile, compiuti atti diretti a frustrare la attività bellica delle truppe tedesche o di chi ad esse prestava aiuto ». (In Gazzetta Ufficiale, serie speciale, 5.4.1944 n. 17).

Si veda inoltre la relazione del guardasigilli in « Archivio penale », 1946, I, p. 303

4. Sull'art. 1, che prevedeva un’ipotesi ancora più ampia (« È concessa amnistia per tutti i reati, quando il fine che li ha determinati sia stato quello di liberare la Patria dall’occupazione tedesca, ovvero quel

lo di ridare al popolo italiano le libertà soppresse o conculcate dal regime fascista»), sono rintracciabili pochissime pronunce: Tribunale Supremo Militare 9.7.1946, in « Rivista penale », 1946, II, p. 952+4; Corte di Cassazione 28.1.1946, in « Rivista penale», 1946, 11, p. 6601.

I destinatari erano chiaramente coloro che, dopo aver commesso reati comuni[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 783

Brano: [...]i « processi » (la maggior parte) non arri

vavano al processo pubblico, ma si risolvevano in una istruttoria raggiungendo così il duplice effetto di una sanzione effettiva (carcerazione preventiva ecc.) senza i possibili clamori del dibattimento.

La magistratura giudicante, quando fu chiamata a pronunciarsi, non sempre avallò le operazioni poliziesche e degli inquirenti. Per esempio, si vedano le sentenze: Corte di Cassazione 6.9.1946 (in «Archivio penale», 1947, II, p, 93); Tribunale di Rieti 27.4.1949 (in « Giustizia penale» 1950, II, p. 340); Corte di Cassazione 6.6.1949 (in « Rivista penale », 1949, II, p. 707); Tribunale Militare Territoriale di Bologna 12.1.1950 (in «Critica penale», 1950, p. 5357).

Vi furono quindi sentenze di orientamento meno reazionario, che esprimevano sicuramente qualche incertezza e comunque la non monoliticità dei giudizi, ma spostavano di poco il bilancio complessivo della repressione dei partigiani. Basti pensare che nei primi tre mesi del

1949 vi furono, in 14 città italiane, 120 arresti di partigiani pe[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Archivio penale, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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